mercoledì 28 maggio 2008
CAPANNA PRIMIGENIA
martedì 27 maggio 2008
Ara&Pace II
Per chi volesse seguire il succoso dibattito sul Senso dell'Architettura la prima parte è sul post "Ara&Pace" +commenti. Visto l'interesse suscitato dalle considerazioni fatte aggiungo alcune note su cui spero vorrete intervenire ancora visto che, mi piacerebbe, le cose dette non restassero nel limbo virtuale, ma spero, riuscirò a collettarle in qualche forma pubblicabile (insieme a voi).
Falsificazione. Attualmente il mio vocabolo preferito. Falsificherei i documenti di tutti i cittadini del mondo, falsificherei i sensi unici, falsificherei le date della storia. Ma in realtà tutto questo è già falso.
Convenzione. Presupposto di ogni rapporto sociale. Scelta che permette la comprensione tra parti in gioco. La Storia è una convenzione. I cartelli stradali sono una convenzione. I documenti d'identità sono una convenzione.
Documento. Paradigma necessario all'esistena di un evento. Contratto di credibilità. L'Ara Pacis è un documento che attesta la presenza di un'epoca storica ora conclusa. Come tale rilevante. Per convenzione giudicato esteticamente rilevante. Opera d'arte dell'architettura. Meritevole di essere conservato come testimonianza del bello (inteso come qualità dello spazio nel tempo).
Intervenire su di un documento significa da un lato introdurlo in un sistema di leggibilità, incasellarlo in una tassonomia, quindi farlo divenire convenzionale e utile, mentre dall'altro, per forza vuol dire falsificarlo. Ogni documento è per natura "già passato" quindi rilevante nell'ambito del tempo storico. Ma per essere rilevante deve anche essere interpretato, quindi falsificato. Intervenire sulla città storica non è altro se non questo processo di digestione della storia (quindi, concordo Francesco, necrofagia), perpetua falsificazione.
Il Senso allora, in epoca IperModerna ha, a mio avviso, molto più a che vedere con una giurisprudenza dei modi (o dei media) che non con una analisi sul "vero bello". Il vero, come la storia c'insegna, non esiste. Cerchiamo il Senso!
lunedì 26 maggio 2008
Migrants
Vedendo questa vecchia musulmana nel 18arr. di Parigi, ora che non vivo più in quella città, riflettevo su chi tra noi due fosse l'ospite straniero. Né lei, né io. Pur essendo un problema biblico e insoluto continuo a pensare che nessun immigrato possa essere definito "clandestino". Ora certo, è tutta una questione di giurisprudenza. Di leggi e del loro rispetto. Ma il vero limite, il vero confine, non è sulla carta geografica ma nel cervello di ogni singolo cittadino.
Anche questo è il Senso dell'architettura.
giovedì 22 maggio 2008
Re: il senso della vita
ARA PACIS- Città Ideale
Ovviamente avrei suggerito al nuovo sindaco un sito migliore, ove collocare i suoi immigrati, ma questa non mi sembrava la sede opportuna per esprimermi con tanta enfasi.
Credo quindi, fare cosa gradita al Comune di Roma, suggerendo l’Ara Pacis come nuovo campo Rom.
martedì 20 maggio 2008
Lettera a casa
Caro babbo,
sono tanto contento che mi hai mandato a lavorare qui a Firenze. Ho trovato lavoro in uno studio molto bello e grande e tutti sono assai gentili con me. Ridono sempre quando arrivo e poso il fagotto col pranzo accanto alla mia postazione, o quando mi allaccio per bene il tovagliolo al collo prima di mangiare. Ho visto che qui c'hanno tanti libri e parlano di cose difficili che quando chiedo spiegazioni loro di nuovo sorridono: devono essere persone molto socievoli. L'altro giorno mi hanno portato a pranzo fuori con loro ma hanno ordinato cose complicate e domani mi cucinerò di nuovo la pastasciutta col sugo di mamma a casa per portarmela in ufficio.
Mi fanno fare un sacco di cose divertenti, dicono che il mestiere s'impara così ma non capisco se gli altri l'hanno già imparato perché queste cose le faccio solo io. Sono carini a lasciarmi questa opportunità.
Qualche giorno fa mi hanno mandato in un cantiere che ho dovuto prendere la corriera per arrivarci, poi pioveva e mi sono infangato tutte le scarpe che c'avevo solo quelle e sono stato tutto il giorno coi piedi mezzi. In questo cantiere ho imparato che non devo avvicinarmi troppo alla benna o alla ruspa e che se voglio parlare col guidatore bisogna che lui si fermi sennò rischio di farmi male. Siccome mi è quasi successo un incidente poi il capocantiere si è un po' adirato e sbraitava cose contro un sacco di gente e ha nominato anche diversi santi che non ti sto a dire sennò mamma che di certo mi leggerà ci rimane male.
Ci siamo anche accorti che alcuni disegni non corrispondevano a quello che avevano già costruito e che gli operai non avevano le protezioni, così quello ha ripreso a berciare e pareva più arrabbiato di prima, non capisco proprio perché.
Ora ti saluto perché c'ho tanto lavoro da fare, anche un po' di quello degli altri che hanno visto che sono così volenteroso e dicono che lo fanno per me.
Un bacio a tutti voi
(anche a mio fratello che non se lo merita perché voi non lo sapete ma quando torno a casa mi ci mette sempre il Dulcolax nel latte la mattina)
M.
Il Senso della Vita
Essendo ottenebrata dall'architettura avevo omesso la parte più importante della mail del mio amico T. Un ps. da nulla su tre amici londinesi...un tema di riflessione per tutti noi. Chi pensa "io non sono così" o crede davvero a Babbo Natale o è Babbo Natale!
"ps. questi 3 ragazzi intorno ai 30 sono ben istruiti, svolgono nobili professioni nella city e possono dirsi felici ed economicamente indipendenti, e poi passano i week end in posti dove la musica e' orribile a bere inspiegabilmente quantitativi assurdi di alcool, sembra che vivano relazioni al solo scopo di passare il tempo, non lo so, c'e' qualcosa che non mi convince, forse non sono ancora andato troppo a fondo".
La mia risposta sul tuo essere "mezzadro" è semplice:
- le donne che cercano il fuggitivo, incasinato, dannato, sono delle deboli
- tutte siamo o siamo state deboli
- poi a un certo punto diciamo "Basta!" e cerchiamo un uomo con le palle
- lo troviamo solo se anche noi però le palle ce le abbiamo
- lo troviamo principalmente a causa dell'orologio biologico, in rari casi perché siamo mature ed equilibrate
- se hai voglia di nottate London calling fai il misterioso (senza teatralizzare troppo), dai risposte ad effetto e fingiti sempre un pò altrove (tipo al cesso...)
- troverai un sacco di giovani, acerbe fanciulle per brevi, forse intense, nottate; ma all'alba via veloce e non cercare la scarpetta di cristallo (né di fare scarpetta nel piatto)!
- se hai voglia d'innamorarti romanticamente fai esattamente quel che stai facendo ora (un mazzo tanto in un paese straniero con raid estemporanei su donne inesistenti rese interessanti dalla tua splendida testa creativa). Alcuni la chiamano "Arte".
- troverai un sacco di giovani ragazze in-between, come te; forti e fragili e quasi belle (dentro, fuori lo so che hai gusto!)
- se hai voglia di costruire un rapporto stai calmo, osserva molto, osservati molto, capisci cosa non vuoi, chiediti davvero cosa sei disposto a mettere in gioco (una nottata, una settimana, una vita...)
- troverai, spero non in terra straniera, credo non subito, forse non come avevi immaginato e sarà uno sballo clamoroso!
Poi, nel tempo libero, si può anche parlare d'architettura...
ER MANIGLIONE
Franco Purini
Ara&Pace
Caro T.
l'architettura è visceralmente legata al tema civile. E' civile in quanto indispensabile alla costruzione della società. L'architettura ha quindi un doppio statuto, ambiguo e necessario, di estetica ed etica. Questo è un tema grande, grande ben più della "macchina da scrivere" monumento al buon Vittorio Emanuele di cui parli nella mail. Dici giustamente che prima, tra i Fori imperiali e piazza Venezia, prima di creare un'ampia spianata per la "torta", c'erano suggestive vie e viuzze, dall'inconfondibile profumo romano, dal ritmo lento e suadente. Ora, per far posto a quel colossale pastìche di stili e proporzioni, s'è rinunciato a un "pezzo storico della città". Peccato che quel "pezzo storico" di cui tu parli sia anch'esso frutto dello stesso processo di superposizioni storiche che ha giustificato l'inserimento del Monumento nella città eterna. Non so come Vespasiano (che introdusse nella sua Roma un oggetto attuale come il wc pubblico) avrebbe potuto interpretare le, ben più recenti temporalmente, viuzze di cui parli. In queste settimane, per gentile concessione del signor Luciano P. che tu ben conosci, il blog tenta di approfondire la questione sul Senso dell'Architettura legata al processo di divenire storico che tanto angusta il mio genitore e i filosofi da lui citati (Severino).
Spesso penso che la sopravvivenza dell'uomo, come quella delle blatte, sia legata alla sua capacità nell'adattarsi a mangiare i propri escrementi, solo che, a differenza dei temuti scarafaggi, l'uomo produce un enorme quantitativo di feci culturali. Non può farne a meno. Perché ragiona attraverso un sistema di sinapsi che FISICAMENTE e non METAFORICAMENTE si muovono. Muovendosi l'uomo produce pensiero e questo pensiero prodotto crea a sua volta degli accumuli, delle grandi sacche di scarto. Il pensiero non è mortale ma non è neppure divino, il pensiero è un semi-dio che per poter sopravvivere è costretto ad abbandonare delle parti di sé. Quelle parti, forse belle, forse spaventose, sono appunto il suo scarto. Sono la Storia. Il divenire della Storia, o accumolo delle feci, non è altro se non una narrazione sulle modalità dei decessi. Un insieme di racconti su cosa si ha mangiato e su come lo si è prima digerito poi evacuato. Questa, ripeto, è una necessità legata all'evoluzione della specie umana. La necessità del moto vorrei chiamarla. La fisica penso potrebbe venirmi in aiuto rispetto a questa affermazione e spiegarmi come/cosa/quanto perdo durante il mio moto necessario.
In architettura, quel che perdo è evidente: una sicurezza estetica. Togliere le viuzze del centro e sostituirle con una torta multistrato in onore di un Re puzzone significa imporre una nuova "dieta". Forzare lo sguardo ad un nuovo principio del bello che, come sappiamo, può essere realmente prodotto solo attraverso un lento e lungo processo altrimenti resta inevitabilmente, come nel caso del Monumento a Vittorio Emanuele, il ricordo di un pasto mal digerito. La Firenze rinascimentale è frutto di una complessa rete di azioni che ha portato all'introduzione di una nuova visione del mondo. Il Vittoriano è solo un oggetto buttato lì e reso poetico dalla famosa scena del film di Greenaway, The Belly of an Architect. La capacità di distinguere tra una mera operazione mediatica, come il MAXXI di Zaha Hadid o la notizia di spostamento dell'Ara Pacis e le rivoluzioni culturali come l'avvento del 2.0 e dell'Ipermoderno fà tutta la finezza di un critico. Di un pensatore. Poi ci si deve ovviamente anche dedicare alla questione sul Senso, che è legata al perché della forma, ma preferisco, in un blog, parlarne attraverso le immagini piuttosto che con questi fiumi di parole. Allora chiudo invitandoti a osservare queste due immagini che a mio avviso descrivono bene ciò che siamo disposti oggi ad amare della città, ciò che resta tra quintali di rifiuti e la nostra innata capacità di riuscire a trovare belli anche questi!
ANTICHI DOCUMENTI/R
Ricevo questa mattina la mail di un caro amico ormai trasferitosi a Leicester per ragioni di studio (gli inglesi un brillante cervello dell'economia lo prendono subito in dottorato e lo coccolano il più possibile sperando che resti lì a vita) e non posso che ammirare, oltre alla sua viva curiosità, il ritorno del tema sul Senso dell'Architettura. Parlando di Roma e della proposta di spostare l'Ara Pacis mi chiede: "fino a che punto secondo te bisognerebbe intervenire in una citta' che gia' e' ricca di architettura, ma di un altra epoca? Nel caso specifico, visto che una citta' come Roma e' grande, non ci saranno zone, tipo l'Eur dove un architetto contemporaneo puo' sbizzarrirsi e magari essere ricordato tra 2000 anni? Ti prego nella risposta di non infilarci di mezzo la politica, nel senso che i miei dubbi prescindono dalle decisioni dell'attuale giunta comunale di Roma, e mi batte il c... se Alemanno e' un fascista....".
Ecco il mio pensierino e speriamo che stavolta si scateni l'inferno del dibattito!
lunedì 19 maggio 2008
People
Gente/people è il tema della settimana per i CT. Iniziato il mese di maggio -sù coraggio!- eccoci a correre operosi tra un festival e l'altro, tutti intenti a non mancare il bersaglio dell'aperitivo più trendy o del party più indie. Come sempre accade in questi casi il vero epicentro delle manifetazioni non sono i luoghi -puri pretesti dell'andare- ma le relazioni. Quei ponti tra un sistema emotivo ed un altro che producono il sociale. Andare ai festival è come fare un tuffo nelle profondità del mare "estetica" sapendo che ormai, anche le acque profonde, sono tiepide e melmose. Ma i fanghi, si sa, aiutano lo smaltimento dei grassi quindi, in odore di diete pre bikini, buona cura dimagrante a tutti!
lunedì 12 maggio 2008
The Meaning of Architecture
Dopo il gioco dell'estate, per i più seriosi, lancio un'altra proposta. Un tema che sta incendiando la corrispondenza tra Eileen e Lupo, la famosa querelle sul Senso dell'Architettura. Come potete leggere nel post La Deriva E. metteva in dubbio la capacità della filosofia teoretica di saper entrare in discussione con un problema di ordine estetico molto complesso: la deriva della forma e del suo contenuto. Oggi l'architettura, sia per la sua esorbitante visibilità, sia per la sua privilegiata relazione con i mezzi tecnologici, sia per il suo statuto misto di ars estetica ed etica (civile), ricopre a nostro avviso un ruolo nevralgico per una nuova decodificazione del senso dell'arte. La domanda, assolutamente neo crociana (ma ci piace così), si rivolge ad un pubblico vasto che voglia dire la propria sul mondo fisico e relazionale in cui viviamo.
Qual è il Senso dell'Architettura?
RO - BER - TO








Asse Roma - Berlino - ToKio
attraverso un buco nel cancello.
Dal buco della possente cancellata è percepibile un lungo tunnel verde che accentua prospetticamente la vista sul cupolone.)
sabato 10 maggio 2008
Se fossi...
Lancio il gioco dell'estate che grande successo ha già ottenuto nella calda primavera bolognese. Se potessi scegliere chi vorresti essere nelle prossime 24 ore? Oggi ho sentito di tutto, Lord B. dallo stato nobiliare avrebbe agevolmente usurpato lo scranno della Casa Bianca per concedersi un'intera giornata nei panni del Presidente degli Stati Uniti d'America. Giulia Faccio Cose, da vera artista romantica, avrebbe voluto ritornare neonata per un giorno, ma con il cervello di una ventottenne... Miss Six era indecisa tra Lady D. e Grace Kelly il giorno delle nozze con il principe Ranieri (se avesse scelto Diana però mai in una giornata tipo con Carlo!!!). Pippo e Bru devono ancora concertare mentre EmmaBoshi a mio avviso non può essere che se stesso. Una pazza voleva entrare nei panni di Rocco Siffredi durante le riprese di un film. Insomma, fantasia a go go. Ecco, ora tocca a voi!
giovedì 8 maggio 2008
Palais de Tokyo ovvero il Fattore X
Prendi un soggetto A, femmina, 29 anni, radical-chic, famiglia con reddito medio, buona cultura, brillante, esteticamente piacevole, single. Prendi un soggetto Z, maschio, 29 anni, di sinistra moderata, famiglia con reddito medio-alto, buona cultura, passionale, esteticamente piacevole, single. Prendi un contesto sociale Y, amici di lui, città in cui vive anche lei, orario aperitivo del venerdì, clima favorevole, temperatura mite. Prendi un fattore X, il caso. Il soggetto A camminando si ferma a parlare con un membro del contesto Y e nella conversazione subentra anche Z. I soggetti A e Z interagiscono. Prendi il fattore S, gli spostamenti nella mappatura urbana che il gruppo Y compie durante la serata. Prendi che al fattore S si aggiunga il fattore R, l'amica di classe media, colta, provenienza estera, statura sopra la media che raggiunge il soggetto A. Al fattore X bisogna quindi ulteriormente aggiungere quello N, detto necessità. La configurazione del nostro sistema complesso è ora visualizzabile in questo modo: A e Z in uno spazio S con Y e R sono sottoposti a N. Questa non è un'equazione certa ma un calcolo probabilistico di come X possa sviluppare tra A e Z un progetto di relazione. Questa non è una verità scientifica poiché il fattore X è la costante indecifrabile che dall'inizio alla fine attraversa i rapporti. Questa è semplicemente una considerazione su come, nell'eventualità in cui A e Z diventino A+Z o A/Z la chiave di volta della loro comune esistenza resterà sempre un'incognita. La vera N di tutta la faccenda è sempre una X!
Lezioni di Stile I
Complimenti a EmmaBoshi. Perché le esperienze più creative non sono sempre le più remunerative. Perché vale più una delusione elaborata in modo artistico di una vittoria consumata frettolosamente. La creatività nasce da un impulso necessario poi diventa forma controllata, circoscritta, alimentata e, anche, abbandonata. Nessuna giuria decide di questa forza inventiva che sai comunicare agli altri. Per me resti il GURU che ha dato vita a questo blog e che mi fa vedere il mondo color giallo limone! ForzaBoshi*!
*SuperBoshi in versione verde speranza in una rara immagine di repertorio appartenente alla serie "Home colours/Home friends".
mercoledì 7 maggio 2008
lunedì 5 maggio 2008
Le foreste sotterranee e le giornate normali
Dopo scatole proustiane, e giramenti di scatole dovuti alla povera patria in cui viviamo, una luce in fondo al tunnel...o meglio una foresta nel tunnel...due immagini e il concetto del progetto con cui nEmo è stato selezionato per la realizzazione a Lausanne Jardin 2009.
La ricerca della conoscenza può portare a trovare il nostro albero dentro le gallerie di ogni metropolitana...dove tutti i giorni ignoti e meno mestieranti, moderni fauni, decidono di avventurarsi tra i grovigli non sempre verdi della natura umana.
Livre de jour
Apro una nuova etichetta, come richiesto da Luca, in cui ciascuno di noi potrà presentare i propri libri del cuore, la propria bilbliografia -che è sempre, anche, una biografia.
La inauguro con un testo, una raccolta di racconti, che è stata la mia prima lettura. La matrice di ogni esperienza successiva. Un libro che ritorna in ogni mio sguardo a riprova del fatto che l'opera d'arte resta indelebile dentro di noi. E voilà! Belle de jour, Livre de jour!
Today's special
Dopo un torpore durato a lungo, troppo a lungo, il mestierante s’è svegliato. E lo ha fatto non in un giorno qualsiasi… il 5 maggio, mica per nulla. Ei fu… Oggi il mestierante si sente eroico.
Baldanzoso, dopo il ponte (eroico sì, mica scemo: il ponte si fa eccome), trotterella al lavoro; occhio vispo, capello pettinato alla paul anka (è un uomo dai toni vagamente rétro), camicia a maniche corte perfettamente stirata, sorriso gagliardo. Si aggiusta la cintura, a stringere i jeans a vita un po’ troppo alta; è soddisfatto dell’immagine che incrocia di sfuggita specchiata nelle vetrine.
Lungo il tragitto, già di prima mattina torme di americanotte denudate sciamano per la città, occhiali jackie-o e micro top di alcune taglie più piccoli del dovuto, unghie laccate e voci sguaiate; mister M è lì, predatore diurno, con un’occhiata sono sue,
le prende le guarda le spoglia
gli fa venir voglia
signore la smetta – scusate la fretta –
son troppo conteso, che cosa vi è preso,
difficile certo resistermi qui
ma corro al lavoro
ché il tempo è tiranno
ripasso stasera
non state in pensiero
non sfugge davvero
un amante così.
La specialità di oggi è la leggerezza per cui per un napoleone seppellito, centottantasette anni dopo c’è un mestierante ottusamente soddisfatto in una bella mattina di 5 maggio.
Vogliamo mica togliergli l’illusione, eh.
La città lo chiama.
Il commesso viaggiatore
Negli Stati d'animo di Boccioni gli avventori delle stazioni sono divisi a seconda del ruolo che ricoprono. Gente che parte. Gente che resta. Gente che saluta.
Ho conosciuto al terminal 2D dello CDG pendolari dell'aereoplano che baciano le mogli il lunedì mattina alle 5:50 e s'imbarcano verso un cielo grigio cemento. Trascorrono giornate nelle banlieaux a stipulare contratti, a parlare lingue poco conosciute, a immaginare la vita che sta vivendo la loro famiglia. Riprendono l'aereo delle 17:45 il venerdì e, con il profumo del viaggio addosso, riabbracciano la loro città d'origine nelle luci della sera.
Fuori dalle vetrate del grande aereoporto parigino vedo questo intricato incrocio di sensi (unici). Infrastrutture del commesso viaggiatore. Quando Marco Polo partiva per le Indie le vie battute erano fatte di sortilegi approssimativi che una folata di vento avrebbe potuto cancellare. Le città erano visibil e invisibili. L'imperatore sapeva fingere magnificamente di credere alle favole che il mercante gli raccontava.
Il libro del giorno è Favole al telefono di Gianni Rodari.