domenica 7 settembre 2008

Recriminazioni

Riprendo, dopo mesi, la ricerca di senso. Il senso è viziato, per sua stessa natura; il senso è quello che diamo noi alle cose. La Storia è viziata. Narrata, interpretata, addomesticata, piegata alle esigenze capziose dello Storico; che vuole dimostrare. Che vuole convincere. Che crea un mondo perfettamente logico e verosimile – è intelligente lo Storico – in cui le tessere combaciano e tutto torna. Tutto potrebbe tornare. Non ci sono zone d'ombra, e in ogni caso non si insiste su di esse. L'atteggiamento di questi Storici (non di tutti, per carità) è profondamente antiscientifico, come si vede. Inoltre essi peccano d'arroganza nel cercare il Senso, la Rivelazione, un'apocalisse che disveli. Non si rendono conto che nello stesso momento in cui diranno 'ecco, ho capito', un altro di loro – traditore, falso amico! - sarà già pronto a coprirli di ridicolo con una domanda inopportuna.
Perché non esiste sovrapposizione onesta tra Storia e storiografia, esistono solo mille mondi possibili. Palladio e Le Corbusier dopo Colin Rowe non sono più gli stessi; ma da lì comunque di strada se ne è fatta. Non c'è ricerca che non possa essere perfettibile. Il rischio è quello di una mitopoiesi convincente, dolce e rassicurante, oracolo mistificante e nemico del dubbio.
Ma questo è Poesia, non Storia; è narrativa, è tragedia, è la creazione di un percorso lineare che narri degli universali in un modo verosimile, che narri dell'Uomo; e tuttavia è solo uno dei tanti modi di cui è affastellata la Storia, che è affastellata di uomini.

2 commenti:

  1. spero che un giorno Eugenia venga con Elisa al Poggio. Spero di poter passeggiare insieme e discutere di tante cose.
    Per ora mi sento di dire che la tesi da lei sostenuta (legittima)sul non senso del senso, è una tesi filosofica molto condivisa:dato che non c'è nessuna verità, tanto vale affidarsi alle verità ipotetiche della scienza che durano fino a che altre verità non giungono a delegittimizzare le verità precedenti.Da autodidatta in campo filosofico, mi sento di dire che ci dovremmo abituare,se non altro per motivi esplicativi, a vedere il senso sui due piani: logico e fenomenologico. Poi tentare, ma quì viene il difficile,di far coincidere i due piani.Emanuele Severino, per fare un esempio, nel libro, "La Struttura originaria" ha fatto questo percorso. Potremmo partire da lì?

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  2. Certo, Lupo, che verrò con Eli al Poggio per discutere con voi... passeggeremo da veri peripatetici!
    grazie, nel frattempo cercherò di capire "da dove partire".

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