lunedì 28 luglio 2008

AUGURI CARLO


lunedì 21 luglio 2008

GORDON MATTA CLARK

http://www.youtube.com/watch?v=ARJ-y2hTd8Y&feature=related

Dal 6 giugno al 19 ottobre nei nuovi spazi presso polo museale di Santa Maria della Scala
Con l'occasione del trasferimento delle attività dal Palazzo delle Papesse al polo museale di Santa Maria della Scala (il prestigioso complesso posto di fronte alla cattedrale senese), il Centro Arte Contemporanea di Siena propone dal 6 giugno al 19 ottobre una retrospettiva dell'opera di Gordon Matta-Clark, a cura di Lorenzo Fusi e Marco Pierini in collaborazione con l'Estate dell'artista. Si tratta del più grande evento espositivo mai dedicato all''anarchitetto' Matta-Clark in Italia - e uno dei più importanti fra quelli realizzati in Europa - attraverso il quale ci si propone di ricostruire la parabola della sua variegata e feconda carriera che ha spaziato fra i linguaggi e i mezzi espressivi più diversi a partire dalla fine degli anni Sessanta fino alla prematura scomparsa nel 1978. Il percorso, pur rispettando un andamento cronologico, si articola principalmente per tematiche e gruppi di opere. L'apertura è affidata a Garbage Wall (1970), muro costruito con materiali di risulta e spazzatura che, nelle intenzioni dell'artista, doveva essere un modulo edilizio di facile realizzazione e a costo zero, offerto in risposta alle problematiche dei senzatetto di fronte al fallimento delle politiche dell'edilizia popolare nella città simbolo del capitalismo occidentale, ovvero New York. I primi interventi di Matta-Clark avvengono proprio in quelli che saranno poi definiti 'non luoghi', come cortili derelitti, discariche o i piers newyorchesi, all'epoca luoghi malfamati, in stato di totale abbandono e trasformati in una sorta di parco pubblico in Days' End (1975). L'esperienza di Gordon Matta-Clark segna l'avvento della coscienza e della consapevolezza ecologica nell'arte (come in Fresh Air Cart del 1972, performance in cui l'artista offriva gratuitamente ossigeno e riposo ai pedoni affaticati dal traffico cittadino) e, nel suo intersecarsi con la Land Art di un Robert Smithson, inizia a indagare i processi entropici, soffermandosi principalmente sui cambiamenti nel tessuto urbano e sulle trasformazioni dell'architetture delle città. L'idea della continua trasformazione della natura si unisce, poi, a quella dell'artista-alchimista. Matta-Clark è colui che permette alla materia di evolversi, di passare da uno stato all'altro: ed è così che le bottiglie e i vetri trovati per strada vengono accumulati per tonalità di colore e rifusi in blocchi da usare per dare vita a nuove murature (Glass Bricks del 1970-1971) e le fotografie bruciate insieme ai più svariati materiali e alle gelatine per poi esser regalate alle persone più vicine. Gli alberi sono poi, all'inizio degli anni Settanta, una vera fonte d'ispirazione per l'artista, basti pensare alla performance Tree Dance del 1971 (in cui un albero secolare viene 'colonizzato' dall'artista e dai suoi amici per un mese) o ai molti schizzi e disegni nei quali gli alberi vengono piegati, intrecciati e composti in modo da dar vita a unità abitative, ripari e rifugi (Tree Forms, 1971). Al Santa Maria della Scala verranno ricostruite queste esperienze e ricreata l'atmosfera della SoHo di quegli anni, grazie a opere di capitale importanza come la serie Reality Properties: Fake Estates (1973), che documenta l'acquisto da parte dell'artista di ben quindici 'proprietà' nel Queens (per un cifra che varia dai 25 ai 75 dollari) che altro non sono che parcelle rimaste incastrate fra lotti edilizi più grandi, divenendo quindi irraggiungibili o inutilizzabili. Particolare attenzione è stata, infine, posta ai famosi 'tagli' di Matta-Clark, come Sauna (1971) dove l'artista mette letteralmente a nudo i suoi amici mentre fanno - appunto - una sauna, o i carotaggi inclinati di Conical Intersect (realizzato per la biennale di Parigi nel 1975, durante i lavori di costruzione del nascituro Centre Pompidou). A completare la mostra è la filmografia pressoché completa dell'artista (che include video, filmati in Super 8 e 16 mm) intorno alla quale è stato pensato il percorso espositivo a dimostrazione non solo dell'istrionica capacità di innovazione del mezzo video-filmico da parte dell'artista ma anche a documentazione della forza delle sue performance e dei suoi interventi pubblici.Il catalogo, edito da Silvana Editoriale in edizione bilingue (italiano/english), conterrà testi critici di: James Attlee, Jane Crawford, Louise Désy e Gwendolyn Owens, Lorenzo Fusi, Marco Pierini, Judith Russi Kirscher.

giovedì 17 luglio 2008

Manifesta7

Giunte le prime indiscrezioni da Manifesta7 ...
Anche quest'estate un petit tour artistico nel nord Italia tra arte e architettura. Vedere per credre.

martedì 15 luglio 2008

Martedì

Di nuovo in Comune. Ore 8.44 di un martedì di luglio; è già caldo.

Nella sala d’aspetto non è prevista l’aria condizionata; negli uffici dei tecnici sì. Come dire, selezione naturale: se resisti, parli col tecnico e godi anche del suo fresco forzato, sennò la coda si smaltisce prima. Indolore, ecologico, pulito.

Arrivo ed è tutto uno sventaglìo di fogli foglietti cartoline. I meno accorti si accontentano delle carte d’identità stropicciate. L’odore di chiuso comincia a farsi strada già a quest’ora, si intravedono le prime macchie scure sulle magliette a nido d’ape; gli sguardi maschili si posano sulle scollature delle donne in canottiera, gambe accavallate e belle zeppe sotto unghie laccate di rosso.

Un tizio accanto a me sfoggia dei baffetti ridicolmente sottili e una zazzera di capelli fonatissimi che tuttavia stanno perdendo il loro aplomb, nell’appiccicume di questo caldo fermo. Mi guarda di sottecchi, non so in realtà se guarda me o il fascicolo di documenti che ho in mano e che aspetto di protocollare; siamo tutti curiosi di sapere che cazzo fa il nostro vicino, chi è, che lavori ha in corso. La sala d’aspetto è una piccola arena di noia e indiscrezione. Con la caratteristica che appena esci già non ti ricordi più nulla, come fosse stata una parentesi di sospensione nello spazio e nel tempo.

Finalmente tocca a me. Elaborati a integrazione di bla bla bla. La donna che mi sta di fronte e che accoglie il mio plico è gentile e si lamenta di avere una strana eruzione cutanea su un avambraccio che le causa prurito. Dico, sarà stata punta. Dice, speriamo sia quello. Buongiorno, e grazie. Questa normalità è confortevole, quasi sono tentata di rimanere qui tutta la mattina, in questo tempo senza pensieri, a parlare di cose qualsiasi tra queste persone che non conosco.

mercoledì 9 luglio 2008

ARCHITECTSPARTY


È un calendario di aperitivi che avranno luogo a Firenze nel mese di luglio, all'interno di alcuni dei più importanti e contemporanei studi di architettura della città. Luogo d'incontro per tutti gli operatori e appassionati di design, architettura ed arredamento. ArchitectsParty - questo il titolo dell'iniziativa in forma privata con ingresso ad invito, che vede anche la partecipazione di Exibart come media partner - è organizzato da Towant Contemporaryevents, marchio noto per l'organizzazione di eventi contemporanei con particolare attenzione ai temi legati al design, alla moda e all'architettura. Nell'occasione gli studi di progettazione, oltre a diventare luogo per le sere dell'estate fiorentina, saranno a disposizione per presentare i lavori e la filosofia dello studio e per dialogare con i visitatori. Primi appuntamenti, mercoledì 9 luglio, alle ore 19.00, con lo studio Pierattelli Architetture, giovedì 10 luglio Studio ALW - Alessandro Luzzi Workshop e Studio63

VIA RIPETTA 67


MODULOR


mercoledì 2 luglio 2008

Notturno

Dormono le cime dei monti e le gole, i picchi e i dirupi, e le schiere di animali, quanti nutre la nera terra, e le fiere abitatrici dei monti e la stirpe delle api e i mostri negli abissi del mare purpureo; dormono le schiere degli uccelli dalle ali distese.
Alcmane, Notturno

Mentre dormono queste creature, la mente per qualcuno corre veloce. Scavalca i tetti e le guglie, con uno sguardo abbraccia dall’alto le stazioni, le case mute, le strade luccicanti dei fari. Nel passare ascolta il bimbo che piange, il padre che aspetta, lo spazzino che fruscia per terra, la prostituta che langue, la testa reclinata nella notte che sfugge.
Ultima chiamata del volo per Lipsia, le cartacce in terra riposano stanche; ultimo ritiro per Aldo il barbone, gli occhi segnati di fumo e di sporco, una voce che chiama il cane che scappa, si trascina il padrone ubriaco di sonno.
I colori di notte hanno luce di latte, la città esala il vapore del giorno, ti appoggi alla pietra che trasuda calore; ma già s’intravede il mattino dagli occhi celesti che stira le braccia e ti invita a svegliarti. Inutile dire ‘ma io non dormivo’; ‘la notte è ingannevole, sognavi lo stesso: quello che hai visto non è che un’idea’.

ARATA


Nella mitica conferenza 7X70, Arata Isozaki, spiegava come le sue forme organiche fossero nient’altro che il frutto di avveniristici applicativi multimediali.
Le rappresentazioni STATICHE ( mappe, diagrammi, disegni, ecce) e le rappresentazioni DINAMICHE (in grado di mostrare cambiamenti nella dimensione temporale), riassumono i loro esercizi attraverso complesse figure geometriche, che l’Architetto assume come tali e trasforma in architettura esibendole senza alterazione alcuna.
Attraverso l’utilizzo del computer Isozaki compie un atto fondativo del nostro mestiere L’ONESTA’ DEL COSTRUIRE.
Nervi attuava lo stesso principio costruttivo, naturalmente per ovviare a problemi diametralmente opposti. Le sue bellissime forme, frutto di sezioni sottilissime e di strozzature nei punti di minor carico, erano il risultato di necessarie operazioni atte ad eludere gli eccessivi costi delle materie prime nel dopoguerra.
Quello che trovo affascinante in questa ricerca tettonica del Maestro giapponese è il risultato formale ultimo. Il freddo computer è lo strumento che conferma quello che la natura conosce dalla notte dei tempi: nell’atto edificatorio la regola è sempre la stessa – MINIMO SFORZO MASSIMA RESA –

martedì 1 luglio 2008

Arata, l'invasione degli occhi a mandorla e degli occhiali rossi


Isozaki vince il concorso per la nuova stazione di Bologna.
I cittadini si chiedono "cos'abbiamo fatto di male?". Gae Aulenti, presidente dell'illuminata giuria, risponde "tanto già avevate scelto Tange per le torri della Fiera...ai jappa ci siete abituati!".
Se è per questo allora abbiamo anche il sindaco cinese, signora, ma proprio d'abituarci non ci riesce...proveremo con il prosciutto sugli occhi e speriamo che lei si mantenga in salute e sia obbligata - dopo il 2015 - a transitare per la stazione del capoluogo emiliano più e più volte.
Per l'evento inauguro una nuova etichetta nel blog "occasioni mancate", anche se, tra i finalisti del concorso, a mancare erano solo i buoni progetti.