mercoledì 28 maggio 2008

CAPANNA PRIMIGENIA


Non vorrei seppellire le vostre diatribe sul SENSO dell'Architettura, che giungono come un orgasmo al mio cervello di scimmia, ma la risposta sembra lapalissiana.



Il SENSO dell'Architettura è avere un tetto sopra la testa.


Vi esorto quindi a riflettere sull'idea, tutta contemporanea, di definire architettura anche spazialità prive di cappello.



martedì 27 maggio 2008

Ara&Pace II


Per chi volesse seguire il succoso dibattito sul Senso dell'Architettura la prima parte è sul post "Ara&Pace" +commenti. Visto l'interesse suscitato dalle considerazioni fatte aggiungo alcune note su cui spero vorrete intervenire ancora visto che, mi piacerebbe, le cose dette non restassero nel limbo virtuale, ma spero, riuscirò a collettarle in qualche forma pubblicabile (insieme a voi).
Falsificazione. Attualmente il mio vocabolo preferito. Falsificherei i documenti di tutti i cittadini del mondo, falsificherei i sensi unici, falsificherei le date della storia. Ma in realtà tutto questo è già falso.
Convenzione. Presupposto di ogni rapporto sociale. Scelta che permette la comprensione tra parti in gioco. La Storia è una convenzione. I cartelli stradali sono una convenzione. I documenti d'identità sono una convenzione.
Documento. Paradigma necessario all'esistena di un evento. Contratto di credibilità. L'Ara Pacis è un documento che attesta la presenza di un'epoca storica ora conclusa. Come tale rilevante. Per convenzione giudicato esteticamente rilevante. Opera d'arte dell'architettura. Meritevole di essere conservato come testimonianza del bello (inteso come qualità dello spazio nel tempo).
Intervenire su di un documento significa da un lato introdurlo in un sistema di leggibilità, incasellarlo in una tassonomia, quindi farlo divenire convenzionale e utile, mentre dall'altro, per forza vuol dire falsificarlo. Ogni documento è per natura "già passato" quindi rilevante nell'ambito del tempo storico. Ma per essere rilevante deve anche essere interpretato, quindi falsificato. Intervenire sulla città storica non è altro se non questo processo di digestione della storia (quindi, concordo Francesco, necrofagia), perpetua falsificazione.
Il Senso allora, in epoca IperModerna ha, a mio avviso, molto più a che vedere con una giurisprudenza dei modi (o dei media) che non con una analisi sul "vero bello". Il vero, come la storia c'insegna, non esiste. Cerchiamo il Senso!

lunedì 26 maggio 2008

Migrants

Vedendo questa vecchia musulmana nel 18arr. di Parigi, ora che non vivo più in quella città, riflettevo su chi tra noi due fosse l'ospite straniero. Né lei, né io. Pur essendo un problema biblico e insoluto continuo a pensare che nessun immigrato possa essere definito "clandestino". Ora certo, è tutta una questione di giurisprudenza. Di leggi e del loro rispetto. Ma il vero limite, il vero confine, non è sulla carta geografica ma nel cervello di ogni singolo cittadino.
Anche questo è il Senso dell'architettura.

FRAMMENTI - DAL CAVALIERE NERO


giovedì 22 maggio 2008

Re: il senso della vita


Come promesso, intanto le riflessioni sul senso della vita... poi su quello dell'architettura... meditate gente, meditate.
M.




ARA PACIS- Città Ideale


Questa è la mia risposta alle insormontabili problematiche di Alemanno!

Ovviamente avrei suggerito al nuovo sindaco un sito migliore, ove collocare i suoi immigrati, ma questa non mi sembrava la sede opportuna per esprimermi con tanta enfasi.

Credo quindi, fare cosa gradita al Comune di Roma, suggerendo l’Ara Pacis come nuovo campo Rom.

martedì 20 maggio 2008

Lettera a casa

Caro babbo,
sono tanto contento che mi hai mandato a lavorare qui a Firenze. Ho trovato lavoro in uno studio molto bello e grande e tutti sono assai gentili con me. Ridono sempre quando arrivo e poso il fagotto col pranzo accanto alla mia postazione, o quando mi allaccio per bene il tovagliolo al collo prima di mangiare. Ho visto che qui c'hanno tanti libri e parlano di cose difficili che quando chiedo spiegazioni loro di nuovo sorridono: devono essere persone molto socievoli. L'altro giorno mi hanno portato a pranzo fuori con loro ma hanno ordinato cose complicate e domani mi cucinerò di nuovo la pastasciutta col sugo di mamma a casa per portarmela in ufficio.
Mi fanno fare un sacco di cose divertenti, dicono che il mestiere s'impara così ma non capisco se gli altri l'hanno già imparato perché queste cose le faccio solo io. Sono carini a lasciarmi questa opportunità.
Qualche giorno fa mi hanno mandato in un cantiere che ho dovuto prendere la corriera per arrivarci, poi pioveva e mi sono infangato tutte le scarpe che c'avevo solo quelle e sono stato tutto il giorno coi piedi mezzi. In questo cantiere ho imparato che non devo avvicinarmi troppo alla benna o alla ruspa e che se voglio parlare col guidatore bisogna che lui si fermi sennò rischio di farmi male. Siccome mi è quasi successo un incidente poi il capocantiere si è un po' adirato e sbraitava cose contro un sacco di gente e ha nominato anche diversi santi che non ti sto a dire sennò mamma che di certo mi leggerà ci rimane male.
Ci siamo anche accorti che alcuni disegni non corrispondevano a quello che avevano già costruito e che gli operai non avevano le protezioni, così quello ha ripreso a berciare e pareva più arrabbiato di prima, non capisco proprio perché.
Ora ti saluto perché c'ho tanto lavoro da fare, anche un po' di quello degli altri che hanno visto che sono così volenteroso e dicono che lo fanno per me.
Un bacio a tutti voi
(anche a mio fratello che non se lo merita perché voi non lo sapete ma quando torno a casa mi ci mette sempre il Dulcolax nel latte la mattina)

M.

Il Senso della Vita

Essendo ottenebrata dall'architettura avevo omesso la parte più importante della mail del mio amico T. Un ps. da nulla su tre amici londinesi...un tema di riflessione per tutti noi. Chi pensa "io non sono così" o crede davvero a Babbo Natale o è Babbo Natale!
"ps. questi 3 ragazzi intorno ai 30 sono ben istruiti, svolgono nobili professioni nella city e possono dirsi felici ed economicamente indipendenti, e poi passano i week end in posti dove la musica e' orribile a bere inspiegabilmente quantitativi assurdi di alcool, sembra che vivano relazioni al solo scopo di passare il tempo, non lo so, c'e' qualcosa che non mi convince, forse non sono ancora andato troppo a fondo".
La mia risposta sul tuo essere "mezzadro" è semplice:
- le donne che cercano il fuggitivo, incasinato, dannato, sono delle deboli
- tutte siamo o siamo state deboli
- poi a un certo punto diciamo "Basta!" e cerchiamo un uomo con le palle
- lo troviamo solo se anche noi però le palle ce le abbiamo
- lo troviamo principalmente a causa dell'orologio biologico, in rari casi perché siamo mature ed equilibrate
- se hai voglia di nottate London calling fai il misterioso (senza teatralizzare troppo), dai risposte ad effetto e fingiti sempre un pò altrove (tipo al cesso...)
- troverai un sacco di giovani, acerbe fanciulle per brevi, forse intense, nottate; ma all'alba via veloce e non cercare la scarpetta di cristallo (né di fare scarpetta nel piatto)!
- se hai voglia d'innamorarti romanticamente fai esattamente quel che stai facendo ora (un mazzo tanto in un paese straniero con raid estemporanei su donne inesistenti rese interessanti dalla tua splendida testa creativa). Alcuni la chiamano "Arte".
- troverai un sacco di giovani ragazze in-between, come te; forti e fragili e quasi belle (dentro, fuori lo so che hai gusto!)
- se hai voglia di costruire un rapporto stai calmo, osserva molto, osservati molto, capisci cosa non vuoi, chiediti davvero cosa sei disposto a mettere in gioco (una nottata, una settimana, una vita...)
- troverai, spero non in terra straniera, credo non subito, forse non come avevi immaginato e sarà uno sballo clamoroso!
Poi, nel tempo libero, si può anche parlare d'architettura...

ER MANIGLIONE


Il maniglione non vuole essere in alcun modo un “supremo atto teppistico”, anche se l’idea di essere stato futuristicamente dissacrante mi diverte molto. Il suo ruolo è, più semplicemente, quello di ricostruire il fronte su via Ripetta, riportandola alla sua natura di asse prospettico, fondamentale per la logica urbana del Tridente, nonché per la sua leggibilità. Il progetto del mio gruppo è infatti l’unico che non ha accettato l’idea del Museo di Richard Meier come quarto lato di Piazza Augusto Imperatore, ma ha correttamente considerato il bianco edificio dell’architetto newyorchese solo come uno dei due lati della strada in corrispondenza del vuoto prodotto dalle demolizioni di via Ripetta. Proprio per non essere aggressiva la nostra soluzione prevede una sorta di trabeazione sopraelevata, contenente una nuova sala espositiva e una loggia-osservatorio. L’avere spostato in alto la quinta prospettica permette a chi sta nella grande sala dell’Ara Pacis di osservare il Mausoleo, così come accompagna nel concreto delle relazioni urbane la stessa opera meieriana, a tutt’oggi estraniata e in larga parte atopica. C’è da aggiungere che il “maniglione” consente, salendo verso la loggia, di godere di viste progressive della mole tufacea e laterizia offrendo, secondo successive inquadrature in verticale, uno spettacolo sicuramente di grande interesse e di notevole suggestione. Per quanto riguarda il “sistema di ambienti aperti-chiusi”, che tanto l’ha turbata, essi sono stati pensati per due ragioni . La prima è che tali spazi rievocano il tessuto urbano distrutto reinmettendo il Mausoleo nella città, intesa come un insieme di tracce edilizie operanti, ovvero un palinsesto vivente, seguendo in ciò la celebre intuizione su Roma di Sigmund Freud. La seconda è quella di predisporre una promenade architecturale che prepari la vista del Mausoleo, sottraendo a quella sua immediatezza da gigantesco objet trouvé che gli toglie mistero ed emozione, esibendolo nel grande spazio di Piazza Augusto Imperatore senza alcuna mediazione . Per concludere, Le dirò che quando si partecipa a un concorso si è consapevoli che si può anche perderlo, ma in questo caso la mia sorpresa riguarda il fatto che la giuria, seppure autorevole, sembra non aver affrontato in modo adeguato la complessità urbana del tema. In effetti essa ha accettato la situazione esistente scegliendo conseguentemente la proposta che migliorasse nel modo più convincente l’asseto attuale senza rimetterlo in discussione. Come sarebbe stato, invece più che necessario, doveroso.
Franco Purini

Ara&Pace



Caro T.
l'architettura è visceralmente legata al tema civile. E' civile in quanto indispensabile alla costruzione della società. L'architettura ha quindi un doppio statuto, ambiguo e necessario, di estetica ed etica. Questo è un tema grande, grande ben più della "macchina da scrivere" monumento al buon Vittorio Emanuele di cui parli nella mail. Dici giustamente che prima, tra i Fori imperiali e piazza Venezia, prima di creare un'ampia spianata per la "torta", c'erano suggestive vie e viuzze, dall'inconfondibile profumo romano, dal ritmo lento e suadente. Ora, per far posto a quel colossale pastìche di stili e proporzioni, s'è rinunciato a un "pezzo storico della città". Peccato che quel "pezzo storico" di cui tu parli sia anch'esso frutto dello stesso processo di superposizioni storiche che ha giustificato l'inserimento del Monumento nella città eterna. Non so come Vespasiano (che introdusse nella sua Roma un oggetto attuale come il wc pubblico) avrebbe potuto interpretare le, ben più recenti temporalmente, viuzze di cui parli. In queste settimane, per gentile concessione del signor Luciano P. che tu ben conosci, il blog tenta di approfondire la questione sul Senso dell'Architettura legata al processo di divenire storico che tanto angusta il mio genitore e i filosofi da lui citati (Severino).
Spesso penso che la sopravvivenza dell'uomo, come quella delle blatte, sia legata alla sua capacità nell'adattarsi a mangiare i propri escrementi, solo che, a differenza dei temuti scarafaggi, l'uomo produce un enorme quantitativo di feci culturali. Non può farne a meno. Perché ragiona attraverso un sistema di sinapsi che FISICAMENTE e non METAFORICAMENTE si muovono. Muovendosi l'uomo produce pensiero e questo pensiero prodotto crea a sua volta degli accumuli, delle grandi sacche di scarto. Il pensiero non è mortale ma non è neppure divino, il pensiero è un semi-dio che per poter sopravvivere è costretto ad abbandonare delle parti di sé. Quelle parti, forse belle, forse spaventose, sono appunto il suo scarto. Sono la Storia. Il divenire della Storia, o accumolo delle feci, non è altro se non una narrazione sulle modalità dei decessi. Un insieme di racconti su cosa si ha mangiato e su come lo si è prima digerito poi evacuato. Questa, ripeto, è una necessità legata all'evoluzione della specie umana. La necessità del moto vorrei chiamarla. La fisica penso potrebbe venirmi in aiuto rispetto a questa affermazione e spiegarmi come/cosa/quanto perdo durante il mio moto necessario.
In architettura, quel che perdo è evidente: una sicurezza estetica. Togliere le viuzze del centro e sostituirle con una torta multistrato in onore di un Re puzzone significa imporre una nuova "dieta". Forzare lo sguardo ad un nuovo principio del bello che, come sappiamo, può essere realmente prodotto solo attraverso un lento e lungo processo altrimenti resta inevitabilmente, come nel caso del Monumento a Vittorio Emanuele, il ricordo di un pasto mal digerito. La Firenze rinascimentale è frutto di una complessa rete di azioni che ha portato all'introduzione di una nuova visione del mondo. Il Vittoriano è solo un oggetto buttato lì e reso poetico dalla famosa scena del film di Greenaway, The Belly of an Architect. La capacità di distinguere tra una mera operazione mediatica, come il MAXXI di Zaha Hadid o la notizia di spostamento dell'Ara Pacis e le rivoluzioni culturali come l'avvento del 2.0 e dell'Ipermoderno fà tutta la finezza di un critico. Di un pensatore. Poi ci si deve ovviamente anche dedicare alla questione sul Senso, che è legata al perché della forma, ma preferisco, in un blog, parlarne attraverso le immagini piuttosto che con questi fiumi di parole. Allora chiudo invitandoti a osservare queste due immagini che a mio avviso descrivono bene ciò che siamo disposti oggi ad amare della città, ciò che resta tra quintali di rifiuti e la nostra innata capacità di riuscire a trovare belli anche questi!

Special thanks Tamp

ANTICHI DOCUMENTI/R

Ricevo questa mattina la mail di un caro amico ormai trasferitosi a Leicester per ragioni di studio (gli inglesi un brillante cervello dell'economia lo prendono subito in dottorato e lo coccolano il più possibile sperando che resti lì a vita) e non posso che ammirare, oltre alla sua viva curiosità, il ritorno del tema sul Senso dell'Architettura. Parlando di Roma e della proposta di spostare l'Ara Pacis mi chiede: "fino a che punto secondo te bisognerebbe intervenire in una citta' che gia' e' ricca di architettura, ma di un altra epoca? Nel caso specifico, visto che una citta' come Roma e' grande, non ci saranno zone, tipo l'Eur dove un architetto contemporaneo puo' sbizzarrirsi e magari essere ricordato tra 2000 anni? Ti prego nella risposta di non infilarci di mezzo la politica, nel senso che i miei dubbi prescindono dalle decisioni dell'attuale giunta comunale di Roma, e mi batte il c... se Alemanno e' un fascista....".
Ecco il mio pensierino e speriamo che stavolta si scateni l'inferno del dibattito!

lunedì 19 maggio 2008

ANTICHI DOCUMENTI/A


People



Gente/people è il tema della settimana per i CT. Iniziato il mese di maggio -sù coraggio!- eccoci a correre operosi tra un festival e l'altro, tutti intenti a non mancare il bersaglio dell'aperitivo più trendy o del party più indie. Come sempre accade in questi casi il vero epicentro delle manifetazioni non sono i luoghi -puri pretesti dell'andare- ma le relazioni. Quei ponti tra un sistema emotivo ed un altro che producono il sociale. Andare ai festival è come fare un tuffo nelle profondità del mare "estetica" sapendo che ormai, anche le acque profonde, sono tiepide e melmose. Ma i fanghi, si sa, aiutano lo smaltimento dei grassi quindi, in odore di diete pre bikini, buona cura dimagrante a tutti!

Special thanks Sabrina in Paris

Wedding


You guys are always the glamourous! Best wishes my friends!
Special thanks Noel+Johannes

lunedì 12 maggio 2008

IL SENSO NON LO SO, MA IL VERSO E' QUESTO


The Meaning of Architecture



Dopo il gioco dell'estate, per i più seriosi, lancio un'altra proposta. Un tema che sta incendiando la corrispondenza tra Eileen e Lupo, la famosa querelle sul Senso dell'Architettura. Come potete leggere nel post La Deriva E. metteva in dubbio la capacità della filosofia teoretica di saper entrare in discussione con un problema di ordine estetico molto complesso: la deriva della forma e del suo contenuto. Oggi l'architettura, sia per la sua esorbitante visibilità, sia per la sua privilegiata relazione con i mezzi tecnologici, sia per il suo statuto misto di ars estetica ed etica (civile), ricopre a nostro avviso un ruolo nevralgico per una nuova decodificazione del senso dell'arte. La domanda, assolutamente neo crociana (ma ci piace così), si rivolge ad un pubblico vasto che voglia dire la propria sul mondo fisico e relazionale in cui viviamo.
Qual è il Senso dell'Architettura?

RO - BER - TO






































Asse Roma - Berlino - ToKio
Dopo due settimane di duro lavoro per chiudere l' "Internatonaler Realisierungswettbewerb - Wiedererrichtung des Berliner Schlosses - Bau des Humboldt - Forums im Schlossareal Berlin" ecco la capitale nel post Walter in dieci scatti.
P.S. l'ottava immagine è una citazione per i Nemi. (Accanto al Palazzo del Priorato, sul colle Aventino, si trova la piccola Chiesa di Santa Maria del Priorato, che Piranesi trasformò da chiesa medioevale in un tempio neoclassico, ornato di stucchi. All'interno, il trono del Gran Maestro, circondato dagli stalli dei cavalieri, ornati dei loro stemmi e dei loro emblemi, e il sepolcro dello stesso Piranesi. Qui il celebre giardino dei cavalieri, percepibile per i profani soltanto
attraverso un buco nel cancello.
Dal buco della possente cancellata è percepibile un lungo tunnel verde che accentua prospetticamente la vista sul cupolone.)

sabato 10 maggio 2008

Se fossi...



Lancio il gioco dell'estate che grande successo ha già ottenuto nella calda primavera bolognese. Se potessi scegliere chi vorresti essere nelle prossime 24 ore? Oggi ho sentito di tutto, Lord B. dallo stato nobiliare avrebbe agevolmente usurpato lo scranno della Casa Bianca per concedersi un'intera giornata nei panni del Presidente degli Stati Uniti d'America. Giulia Faccio Cose, da vera artista romantica, avrebbe voluto ritornare neonata per un giorno, ma con il cervello di una ventottenne... Miss Six era indecisa tra Lady D. e Grace Kelly il giorno delle nozze con il principe Ranieri (se avesse scelto Diana però mai in una giornata tipo con Carlo!!!). Pippo e Bru devono ancora concertare mentre EmmaBoshi a mio avviso non può essere che se stesso. Una pazza voleva entrare nei panni di Rocco Siffredi durante le riprese di un film. Insomma, fantasia a go go. Ecco, ora tocca a voi!

Ottanta

giovedì 8 maggio 2008

Palais de Tokyo ovvero il Fattore X


Prendi un soggetto A, femmina, 29 anni, radical-chic, famiglia con reddito medio, buona cultura, brillante, esteticamente piacevole, single. Prendi un soggetto Z, maschio, 29 anni, di sinistra moderata, famiglia con reddito medio-alto, buona cultura, passionale, esteticamente piacevole, single. Prendi un contesto sociale Y, amici di lui, città in cui vive anche lei, orario aperitivo del venerdì, clima favorevole, temperatura mite. Prendi un fattore X, il caso. Il soggetto A camminando si ferma a parlare con un membro del contesto Y e nella conversazione subentra anche Z. I soggetti A e Z interagiscono. Prendi il fattore S, gli spostamenti nella mappatura urbana che il gruppo Y compie durante la serata. Prendi che al fattore S si aggiunga il fattore R, l'amica di classe media, colta, provenienza estera, statura sopra la media che raggiunge il soggetto A. Al fattore X bisogna quindi ulteriormente aggiungere quello N, detto necessità. La configurazione del nostro sistema complesso è ora visualizzabile in questo modo: A e Z in uno spazio S con Y e R sono sottoposti a N. Questa non è un'equazione certa ma un calcolo probabilistico di come X possa sviluppare tra A e Z un progetto di relazione. Questa non è una verità scientifica poiché il fattore X è la costante indecifrabile che dall'inizio alla fine attraversa i rapporti. Questa è semplicemente una considerazione su come, nell'eventualità in cui A e Z diventino A+Z o A/Z la chiave di volta della loro comune esistenza resterà sempre un'incognita. La vera N di tutta la faccenda è sempre una X!

Special thanks Loris Gréaud

Lezioni di Stile II

Non a caso si chiamano Deus...

Lezioni di Stile I




Complimenti a EmmaBoshi. Perché le esperienze più creative non sono sempre le più remunerative. Perché vale più una delusione elaborata in modo artistico di una vittoria consumata frettolosamente. La creatività nasce da un impulso necessario poi diventa forma controllata, circoscritta, alimentata e, anche, abbandonata. Nessuna giuria decide di questa forza inventiva che sai comunicare agli altri. Per me resti il GURU che ha dato vita a questo blog e che mi fa vedere il mondo color giallo limone! ForzaBoshi*!

*SuperBoshi in versione verde speranza in una rara immagine di repertorio appartenente alla serie "Home colours/Home friends".

mercoledì 7 maggio 2008

Deus ex machina

lunedì 5 maggio 2008

Le foreste sotterranee e le giornate normali



Dopo scatole proustiane, e giramenti di scatole dovuti alla povera patria in cui viviamo, una luce in fondo al tunnel...o meglio una foresta nel tunnel...due immagini e il concetto del progetto con cui nEmo è stato selezionato per la realizzazione a Lausanne Jardin 2009.
La ricerca della conoscenza può portare a trovare il nostro albero dentro le gallerie di ogni metropolitana...dove tutti i giorni ignoti e meno mestieranti, moderni fauni, decidono di avventurarsi tra i grovigli non sempre verdi della natura umana.

Livre de jour


Apro una nuova etichetta, come richiesto da Luca, in cui ciascuno di noi potrà presentare i propri libri del cuore, la propria bilbliografia -che è sempre, anche, una biografia.
La inauguro con un testo, una raccolta di racconti, che è stata la mia prima lettura. La matrice di ogni esperienza successiva. Un libro che ritorna in ogni mio sguardo a riprova del fatto che l'opera d'arte resta indelebile dentro di noi. E voilà! Belle de jour, Livre de jour!

Today's special

Dopo un torpore durato a lungo, troppo a lungo, il mestierante s’è svegliato. E lo ha fatto non in un giorno qualsiasi… il 5 maggio, mica per nulla. Ei fu… Oggi il mestierante si sente eroico.
Baldanzoso, dopo il ponte (eroico sì, mica scemo: il ponte si fa eccome), trotterella al lavoro; occhio vispo, capello pettinato alla paul anka (è un uomo dai toni vagamente rétro), camicia a maniche corte perfettamente stirata, sorriso gagliardo. Si aggiusta la cintura, a stringere i jeans a vita un po’ troppo alta; è soddisfatto dell’immagine che incrocia di sfuggita specchiata nelle vetrine.

Lungo il tragitto, già di prima mattina torme di americanotte denudate sciamano per la città, occhiali jackie-o e micro top di alcune taglie più piccoli del dovuto, unghie laccate e voci sguaiate; mister M è lì, predatore diurno, con un’occhiata sono sue,
le prende le guarda le spoglia
gli fa venir voglia
signore la smetta – scusate la fretta –
son troppo conteso, che cosa vi è preso,
difficile certo resistermi qui
ma corro al lavoro
ché il tempo è tiranno
ripasso stasera
non state in pensiero
non sfugge davvero
un amante così.

La specialità di oggi è la leggerezza per cui per un napoleone seppellito, centottantasette anni dopo c’è un mestierante ottusamente soddisfatto in una bella mattina di 5 maggio.

Vogliamo mica togliergli l’illusione, eh.

La città lo chiama.

Il commesso viaggiatore


Negli Stati d'animo di Boccioni gli avventori delle stazioni sono divisi a seconda del ruolo che ricoprono. Gente che parte. Gente che resta. Gente che saluta.
Ho conosciuto al terminal 2D dello CDG pendolari dell'aereoplano che baciano le mogli il lunedì mattina alle 5:50 e s'imbarcano verso un cielo grigio cemento. Trascorrono giornate nelle banlieaux a stipulare contratti, a parlare lingue poco conosciute, a immaginare la vita che sta vivendo la loro famiglia. Riprendono l'aereo delle 17:45 il venerdì e, con il profumo del viaggio addosso, riabbracciano la loro città d'origine nelle luci della sera.
Fuori dalle vetrate del grande aereoporto parigino vedo questo intricato incrocio di sensi (unici). Infrastrutture del commesso viaggiatore. Quando Marco Polo partiva per le Indie le vie battute erano fatte di sortilegi approssimativi che una folata di vento avrebbe potuto cancellare. Le città erano visibil e invisibili. L'imperatore sapeva fingere magnificamente di credere alle favole che il mercante gli raccontava.
Il libro del giorno è Favole al telefono di Gianni Rodari.