lunedì 25 febbraio 2008

CT/Marseille


Sono le sei e ventitrè minuti. Ventisette gradi. Marsiglia si sveglia. Dal treno, arrivando ho visto solo le ombre nere dei grandi caseggiati. Alcune finestre illuminate. Come i loculi nei cimiteri di campagna. Cerco di concentrarmi. Riemergere dal sonno. Scendo dal treno. L’odore del viaggio mi si è impregnato addosso. Vorrei farmi una doccia ma è inutile. Cerco un bar, di fronte a S. Charles. Riflesso incondizionato di tante albe viste in questa prospettiva. Leggo sul quotidiano del Sud che Rudy Ricciotti ha vinto la gara per il waterfront, costruirà anche il nuovo centro per la danza a Axe. Finalmente il profumo inconfondibile del mare e delle pasticcerie magrebine. Lei è sempre bellissima. Fatiscente e stanca. I ricordi scompaiono se perdiamo le tracce di chi li condivide con noi. Divengono ombre. Tra i reperti abbandonati sulla tratta Cap Martin-Genova, trovo questo file datato luglio 2005. "A differenza del poker, in cui il giocatore dichiara quando lascia la partita, nelle relazioni la fine di una storia è sempre una constatazione del non detto. Che me ne sono andato non ho certo bisogno di comunicarlo. E' un'evidenza". Non sono più tornata a Marsiglia.

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