sabato 9 febbraio 2008

MEDUSA



Davvero perversa l’idea di strutturare un’immagine riflessa quando già lo strumento fotografico ne compie il principio. Ne esce una visione metateatrale della realtà una percezione distorta ed ingannevole, visione di un luogo insicuro di impalpabile bilanciamento delle proporzioni.
Come Perseo, che fugge dallo sguardo della Medusa osservandone il volto riflesso nel suo scudo d’avorio, le trasparenze , le riflessioni, e gli imprevedibili giochi di luce, che offrono le superfici vibranti scelte da Elisa, ti costringono ad indagare in una realtà misteriosa dove magari scovare l’inatteso killer di Profondo Rosso.
Ora, la vera paura è rimanere rapiti, catturati nello specchio come I TRE SUPERCRIMINALI.
Quindi diffidate dagli specchi!!!

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