sabato 14 giugno 2008

La Fiera dell'Est

Queste sono le mie rliquie, un venerdì sera alla chiusura del mercato della Piazzola, scatole vuote, sacchetti di plastica, grucce, veline, scontrini e mucchi di vuoti a perdere. Nello sfondo una camionetta della nettezza urbana passa a pulire i ciarpami. Io allora fotografo tutto, veloce, con il mio cellulare a bassa definizione, per non lasciar cadere nell'oblio...per paura di perdere...per paura di scomparire anch'io, meno reale della monnezza, meno importante di una scatola di scarpe. Valgo meno di 3 soldi al mercato di Bologna. Eppure mi do tanto daffare. M'impegno tanto per provarmi che esisto, che qualcosa valgo anch'io. Farmi vedere, mostrarmi in vetrina o su di una bancarella dei pezzi fallati, della roba al 3x2, che c'è sempre la fregatura. Mi ricordo quelle ragazze in vetrina nell'Olanda delle belle architetture, tra un lounge appena inaugurato e una galleria d'arte all'avanguardia. Puttane loro, puttane i baristi che vendono i cocktails dietro a un bancone lucido come le palle del bigliardo, puttane gli artisti che in vetrina mettono qualcosa ben più intimo di un corpo, papponi i galleristi e gli architetti che si affogano tra torte meringate di belle parole sostenibili e vomitano la notte tutte le loro bugie. Valiamo tutti meno di 3 soldi se crediamo di esistere solo incapsulati in un clistere diretto nel futuro e contenente i liquami del nostro presente. Ma non sono 10 oggetto da 3 soldi l'uno che ci salveranno da questa paura di non essere. ABOLIAMO LA FILOSOFIA DEL CONTROLLO. Lasciamoci morire in pace, nel tempo lento che abbiamo fatto di tutto per dimenticare. Intanto viviamo e smettiamo di preoccuparci delle nostre reliquie. Loro, a dispetto della nostra stupidità, resteranno anche senza di noi.

3 commenti:

  1. Sì.Bisogna partire da questa consapevolezza. Certo che una volta che il sottosuolo ha ricevuto il nostro sguardo, noi non saremo mai più come prima.La materia e lo spirito delle nostre "creazioni", inevitabilmente, odorereranno di questo qualcos'altro.

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  2. Tesoro bello, ho da obiettare che se l'animale uomo non avesse questa voglia, bisogno, necessità cogente e insopprimibile di affermare se stesso, di vendersi se vuoi con nomi e soprannomi, avremmo davvero ben poche reliquie. Ne avremmo quante le scimmie bonobo, probabilmente (con buona pace di questi simpatici e disinibiti primati).

    Tra le torte meringate e il notturno rigurgito mellifluo e nauseabondo ci sono cose che si salvano. E' che sono inzeppate tra le scorie, anzi talvolta ne sono contaminate e puzzano anch'esse. Non possiamo smettere di preoccuparci delle nostre reliquie; è come se tu dicessi: uomo, smetti di essere uomo. Lui ti direbbe: non lo posso fare, è la mia natura; ho bisogno di dirti che sono così e colà e penso questo quello e – soprattutto – voglio che tu lo sappia. Voglio che tu sappia chi sono. Anzi, più precisamente: voglio che tu abbia questa certa idea di me.
    Per questo produco. Pensiero, oggetti, parole, monnezza, bugie se occorre.
    L'idea di esistere senza renderne conto agli altri è un'utopia.
    Smettiamo di preoccuparcene solo se diventiamo degli oceani di saggezza o se non c'importa più nulla perché siamo affaticati, delusi, sfranti.
    Vero che le nostre reliquie resteranno anche senza di noi (hai letto alan weisman ultimamente?), ma qualcuno che pensava di produrle è stato finora necessario.

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  3. Anche se, per motivi depressivi o per atti di volontà esileranti, VOLESSIMO fermarci nella progressiva corsa verso il fare,il decidere, l'inventare, il trasformare o quella che chiamiamo la creatività, rimarremmo comunque dentro alla volontà di potenza relativa al decidere; quindi tanto vale FARE crcando di combinare meno guai possibili.Resta comunque la ricerca del SENSO, il quale, in ultima istanza non può che esere messo in relazione al NULLA: questo ci insegna la filosofia.Fare, creare, inventare è possibile, anche nell'interrogarsi intorno all'essere e al nulla:Leopardi ne è la prova lampante e quindi, Eli, vai avanti così che sei forte!uN OCCHIO AL FARE E UN OCCHIO AL SUO SENSO.Non vedo altra strada.

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