lunedì 17 novembre 2008

Al Mestierante

Caro Mestierante,
se ti rimanesse un momento di tempo a fine giornata t'invito a leggere questo racconto.
Dedicato a un'amica, potrebbe stupirti. Vedere che ancora c'è chi capisce.
A me ha ricordato quella canzone di Roberto Vecchioni che sul destino dice tanto, forse troppo.
Caro Mestierante,
ci sono stati molti giorni di sole inutile. Apparentemente inutile. Lo vedrai attraverso i vetri rigati dalla pioggia.
Caro Mestierante,
non si rinuncia a nessuna torta senza avere almeno una caramella in tasca. Diffida sempre dei sorrisi perfetti e delle pance troppo piatte. Chi è a digiuno da troppo tempo o muore o ti mangia.
Caro Mestierante,
sono davvero pochi su questa terra coloro che chiamo uomini.
In ogni caso quel racconto di mare è davvero molto bello.

1 commento:

  1. Bisogna viversi le cose perché probabilmente, come diceva un filosofo, viviamo davvero nel migliore dei mondi possibili? Quello che accade, accade, dirai tu.
    Il racconto di mare (che è di Buzzati) è uno sguardo di speranza, la canzone di Vecchioni mette malinconia; eppure tutti e due ci dicono: inutile fuggire. Io fuggo tutte le volte che non mi fido, tutte le volte che penso che le cose andranno male: è la mia fuga dalla speranza, dalla vita, dalla lotta. Invece sto - lentamente, e con grande fatica - imparando a pensare che le cose possono anche andare bene; magari non come avevo immaginato, quella è una probabilità su un milione, ma comunque bene. Bisogna essere flessibili alle possibilità e alle soluzioni alternative.
    Per il resto, ti scrivo in mail.
    Un bacio

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