venerdì 28 novembre 2008

In morte di Don Juan. Prologo

[®acconti inediti 2008]

"Per essere libero non puoi essere appassionato". J-P Sartre

Ricevo questa mail alle 5:42 am mentre la pioggia inizia a scrosciare sui tetti di Bologna. La mia insonnia peggiora ma stanotte ho la scusa dell'indigesta bistecca al sangue - stavolta veramente cruda - ingurgitata ieri sera. Ha il profumo della tapioca, questa mail, e mi riporta a una lunga traversata notturna. Prima di partire, sulla veranda, ascoltavamo l'unico frammento di memoria che avevo salvato. Un cd arrivato per caso perché nella fretta dell'ultima ora era caduto in valigia. E' ancora là quel disco, l'aspettava. Lo ha trovato lunedì riaprendo la porta di casa dopo alcuni mesi d'assenza. Una galera arrampicarmi fino in cima, con il vento sgarbato e la bici pesante, ma glielo dovevo. Poi, in onestà, non c'è nulla di più emozionante di un regalo che aspetta in silenzio. Non c'è niente di più narcisista.
"I killed him" inizia la lettera. Avrebbe potuto finire lì. Il resto è una descrizione superflua delle contingenze. Don Giovanni, il suo amante, lo aveva ucciso in verità molto prima, forse proprio quella notte sulla veranda mentre il mio lutto era più consolatorio del suo amore.
Anche se piove ho voglia d'andare sui colli e pensare che dall'altra parte del mondo una piccola ragazza dal sorriso ammaliante e gli occhi pungenti ha compiuto un destino. Questa storia potrebbe perfino costituire la materia per una nuova mitologia.
Rientrando dai colli, nell'insonnia della prossima notte, racconterò la sua storia.

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