venerdì 21 novembre 2008

Confetti


[®acconti inediti 2008]

"Nella carestia di parole rileggevo i messaggi dell’inizio". Aveva questa frase in testa che ormai l'accompagnava da giorni. L'inseguiva per le strade fioche e scrostate protette dai portici bassi, verso la periferia dove le traiettorie sono dritte e trafficate. Gli rammentava, la frase, che non stava cercando parole ma luoghi. I luoghi dell'inizio. "Devo ripercorrerli ora, all'alba, quando resta solo un tappeto di coriandoli e una solitaria fotografia sulla parete bianca". Degli avvenimenti non sapeva nulla perché era arrivato dopo. Troppo tardi. "E continuo a piegare per la viuzza chiassosa sperando che mi salvi". E continuavano a parlare imbarazzati senza dirsi nulla. "Se mi chedesse, se volesse sapere, potrei raccontare solo della fine della festa e dei resti che mi porto appresso". Nessun messaggio conservato. Non gli servivano. Tutto era nei passi continui e veloci con cui perimetrava la città.

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