martedì 20 maggio 2008

Lettera a casa

Caro babbo,
sono tanto contento che mi hai mandato a lavorare qui a Firenze. Ho trovato lavoro in uno studio molto bello e grande e tutti sono assai gentili con me. Ridono sempre quando arrivo e poso il fagotto col pranzo accanto alla mia postazione, o quando mi allaccio per bene il tovagliolo al collo prima di mangiare. Ho visto che qui c'hanno tanti libri e parlano di cose difficili che quando chiedo spiegazioni loro di nuovo sorridono: devono essere persone molto socievoli. L'altro giorno mi hanno portato a pranzo fuori con loro ma hanno ordinato cose complicate e domani mi cucinerò di nuovo la pastasciutta col sugo di mamma a casa per portarmela in ufficio.
Mi fanno fare un sacco di cose divertenti, dicono che il mestiere s'impara così ma non capisco se gli altri l'hanno già imparato perché queste cose le faccio solo io. Sono carini a lasciarmi questa opportunità.
Qualche giorno fa mi hanno mandato in un cantiere che ho dovuto prendere la corriera per arrivarci, poi pioveva e mi sono infangato tutte le scarpe che c'avevo solo quelle e sono stato tutto il giorno coi piedi mezzi. In questo cantiere ho imparato che non devo avvicinarmi troppo alla benna o alla ruspa e che se voglio parlare col guidatore bisogna che lui si fermi sennò rischio di farmi male. Siccome mi è quasi successo un incidente poi il capocantiere si è un po' adirato e sbraitava cose contro un sacco di gente e ha nominato anche diversi santi che non ti sto a dire sennò mamma che di certo mi leggerà ci rimane male.
Ci siamo anche accorti che alcuni disegni non corrispondevano a quello che avevano già costruito e che gli operai non avevano le protezioni, così quello ha ripreso a berciare e pareva più arrabbiato di prima, non capisco proprio perché.
Ora ti saluto perché c'ho tanto lavoro da fare, anche un po' di quello degli altri che hanno visto che sono così volenteroso e dicono che lo fanno per me.
Un bacio a tutti voi
(anche a mio fratello che non se lo merita perché voi non lo sapete ma quando torno a casa mi ci mette sempre il Dulcolax nel latte la mattina)

M.

3 commenti:

  1. FINALMENTE è TORNATO!!!GENIALE MESTIERANTE! ANCHE SE COLTO DA DISSENTERIA DOMESTICA! DAì RESTA A FIRENZE CHE 'L TU FRATELLO UN TI MERITA!!!!RESTA CUN NOI!!!E LA-VO-RA!!!

    RispondiElimina
  2. ...e sto tentando di convincerlo a esprimersi anche sul senso dell'architettura... ma si sa, è un mulo su queste cose...

    RispondiElimina
  3. io -- non visto -- a mio fratello sputavo nella zuppa.
    lui piangeva, ma mia madre pensava fosse perché non voleva mangiare la zuppa.
    e gliela cacciava in gola a forza.
    poi un giorno mia madre mi vide.
    e fui io a piangere, e a mangiare lacrime, zuppa e sputo (mio).

    RispondiElimina