venerdì 7 marzo 2008

La difficoltà del Mestierante

Sto cominciando a comprendere la semplicità, la tranquillità di fare il mestierante. Sto cominciando a rendermi conto che lavorare con la semplicità è quello cui aspiro. Sto cominciando a sentirmi un pò troppo stretto tra le troppe cose che ci vengono mostrate. Sto cominciando a capire che il minimalismo è tutto fuorche minimalismo. Sto cominciando a capire che molte cose che ci propinano continuamente come belle architetture sono solo grandi torte infarcite di panna, ops..parole montate che appena escono dal freezer delle riviste si sgonfiano in un battibaleno come un palloncino...ma a differenza del palloncino rimangono piantate per terra e nemmeno per i cinque secondi in cui l'aria fuoriesce dall'ugello si librano nel cielo impazzito. Mi pacciono sempre più le piccole cose del fare, senza cartongessi, senza infissi nascosti, senza strane idee che crediamo siano sempre nuove...Mi ha colpito una frase del saggio Michelucci letta l'altro giorno riguardanti le distruzioni della guerra...di come dietro la bellezza delle case di Borgo san Jacopo si celasse la più profonda delle povertà...così sempre più mi appaiono oggi molte cose. Ma non per questo non posso non rimanere estasiato a volte davanti alla chiarezza della pura immagine...che mi trascina via e mi da nuove chiavi per aprire le sempre più presenti porte di Huxley....

1 commento:

  1. certo. ma il termine minimalismo andrebbe evitato. è questione di semplicità e di sensibilità adeguata a percepirla. ed ancora. quando ci si accorge che si è arrivati ad un prodotto troppo adatto ai meccanismi facili della comunicazione di architettura, quando si raggiunge una metafora formale immediata, occorrerebbe fare ctrl+z fino ad uno stato del lavoro ancora capace di tono minore ed atmosfera. proprio questo mese uscirà su blueprint london un nostro manifesto per una lo-fi architecture. se saremo da sufficienza dovremmo riuscire ad evitare commenti inneggianti al nuovo minimalismo. le parole chiave che portiamo in giro sono le stesse da un pò: intimità da stanza chiara di pomeriggio, superfici terse, atteggiamento sottotono, concretezza. il linguaggio personale può anche restare sospeso come nelle conversazioni tra le persone che iniziano a conoscersi, chi sopporta quelle persone che in pochi secondi raccontano tutto di se? ma soprattutto, che interesse resta poi?

    luca diffuse

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