giovedì 6 marzo 2008

l'architetto lo può fare, e lo fa

Ricevo l'invito di elisa a postare sul blog. Tentenno, non so, di che si scrive, di architettura?, ma no, non solo, quello che vuoi, ricette, cani & gatti, lettere a donna letizia, varia quotidianità. Ah, ecco, no, sai, io mica sono una teorica, sono una mestierante, faccio così, l'architetto sì, ma non mi diletto con questioni intellettuali, sono una zappatrice dell'architettura, mi sporco le mani in cantiere, non so che apporto potrei dare al dibattito sulla città, sul ruolo dell'architetto, sulle sue responsabilità sociali, culturali, etiche. No, guarda, tu già fai l'architetto e questo ti pone in una posizione privilegiata, di élite intellettuale, anche se non te ne accorgi, credimi, il tuo punto di vista è già strutturalmente tagliato in un certo modo, la tua percezione delle cose ha già maturato, masticato, digerito informazioni che ti permettono di sviluppare un pensiero originale, individuale, non preoccuparti, tu scrivi, scrivi, vedrai che qualcosa ne esce, la scrittura è già maieutica in sé, tu scrivi e poi ti vengono le idee, perché le hai in te, basta sputarle fuori, sono tutte esperienze che hai assorbito negli anni e ti hanno resa quella che sei, un architetto, cazzo. Un architetto, dice lei. Certo però che oggi avrei voluto parlare di quanto sono cari i veterinari, c'ho portato il cane e mi conveniva comprarne uno nuovo e sano, di come il caffè di stamani mi sia venuto proprio 'na ciofeca, di come il mio amico XXX dovrebbe smettere di vestirsi di marrone, che sbatte. Altro? Altro. Tanto sono un architetto, posso parlare di tutto. Certa che la mia visione delle cose sia innegabilmente, assolutamente, cool.

Nessun commento:

Posta un commento