lunedì 21 aprile 2008

IL GIOCO

Reduce dal salone di Milano, ogni volta mi ritrovo a pensare la stessa cosa. Bisogna giocare con l'architettura. L'intellettualismo va bene, ma rende ogni cosa macchinosa. Perchè Munari e Sottsass li ricorderanno tutti e Purini un pò meno? Mi sono ritrovato a riguardare le foto di Castiglioni, Munari appunto, Gaetano Pesce, Alberto Meda, Vico Magistretti, Philippe Starck e mi sono reso conto all'improvviso di una cosa...tutti sorridevano...ma sorridevano proprio dal cuore, dalla luce che avevano negli occhi si capivano molte cose.
Bisogna giocare, senza sentirsi eterni Peter Pan, ma giocare giocare e giocare. Mi piacciono le scatole proustiane, ma preferisco i cubi colorati che non sono per niente sinonimo di stupidità. Il cubo di Rubik è coloratissimo, ma ha una sola soluzione giusta su milioni. E' pura scienza matematica. Ma è un giocattolo....o almeno lo vendono come tale. E ricorda troppo il nostro mestiere. Una soluzione giusta su milioni. Però lui, il cubo, è colorato tutti i giorni...noi dovremmo produrre giocattoli spaziali....noi dovremmo sorridere quando parliamo di architetture e design. Non farci seri.
Ho imparato anche oggi.

1 commento:

  1. Prendo e Ap_ prendo il consiglio. E’ verissimo i nostri progetti sono decisamente troppo seriosi e polverosi, sembrano essere affetti dalla sindrome di Capitan Uncino più che da quella di Peter Pan.

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