sabato 19 aprile 2008

LA SCATOLA PROUSTIANA





































Ripensare ad una struttura come il mercato coperto, segno forte nella memoria e nell’architettura di Galatina, vuol dire non poter prescindere, in ambito progettuale, da un’indagine storica, sociale, economica e urbanistica della città.
L’idea che ha guidato l’incipit progettuale è stata quella di mantenere lo spazio pubblico attuale e demandare a spazi di nuova creazione, grazie ad un aumento della superficie utile sui soppalchi, le nuovi funzioni. Il progetto diviene quindi una scatola nella scatola,dove l’involucro di pietra, statico e immutabile diviene un contenitore per l’interno in legno che non lo tocca mai, ma lo invade, lo riempie, rimanendo sempre staccato da questo. Lo spazio centrale è vuoto, libero, ma l’architettura lo contamina continuamente facendo capolino dagli archi che scandiscono lo spazio.
L’indipendenza formale del nuovo intervento rispetto all’antico è lo specchio d’una concezione strutturale ed impiantistica votata alla massima reversibilità e al massimo rispetto per le strutture preesistenti : la scelta di non far mai toccare il vecchio ed il nuovo, di non gravare le strutture esistenti con nuovi carichi e nuove funzioni, la scelta di staccarsi dalle storiche murature, non è dettata semplicemente da ragioni compositive o formali, ma consente di sfruttare l’ampia intercapedine tra il tamponamento ligneo e il perimetro esterno come cavedio impiantistico. Sulla stessa linea di pensiero è la scelta di rialzare il piano terra con una pedana con pavimento ligneo e alla creazione di un solaio superiore predisposto per il passaggio di impianti elettrici e per il cablaggio delle postazioni informatiche. Tale soluzione consente la massima flessibilità dello spazio di lavoro e la possibilità di modificarne la distribuzione nel tempo. Particolare attenzione è stata riservata all’eliminazione delle barriere architettoniche, e a garantire la completa accessibilità di tutti gli ambienti, grazie all’introduzione di rampe per superare il dislivello dalla quota stradale a quella interna, e tra il piano terra e la pedana rialzata. Inoltre l’accesso al piano superiore è garantito dall’inserimento a norma di legge di un ascensore di collegamento tra i due piani. I servizi igienici, che mantengono l’attuale collocazione, verranno adeguati a norma di legge (legge n°13/89).

8 commenti:

  1. Vi prego di aggredire il progetto con commenti sinceri, altrimenti non impareremo mai.
    grazie

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  2. ritengo che l'intera procedura del concorso debba riguardare non l'architettura ma la magistratura. questa doppia giuria di colleghi, amici, fratelli e cognati non solo è offensiva per chi ha pensato solo un secondo che si trattasse di un procedimento serio, ma è illegale. complimenti poi per gli esiti mafiosi consistenti nel premiare tutti progettisti che abitano a meno di duecento metri uno dall'altro. criticamente spero che con l'avanzare della professione vi vergogniate presto della qualità dei vostri elaborati e dei vostri scritti. ma la critica è davvero fuori luogo in questo caso l'unico comportamento adeguato e civile consisterebbe nel rifiutare il premio e segnalare tutto ai carabinieri.
    mara dolce

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  3. Ciao Mara
    Ti ringrazio per la tua spontaneità, decisamente poco attenta, ma assolutamente pertinente in uno spazio libero come quello di internet.
    Ovviamente trovo le accuse infondate e spero che alle tue provocazioni possa rispondere direttamente il mio progetto.
    Ti invito a valutare il nostro lavoro relazionandolo ai restanti progetti in gara (trovando maggiori notizie su europaconcorsi) e poi riformulare una nuova critica, magari ancora più pesante.

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  4. Per poter valutare il lavoro di eUTROPIA in relazione ai restanti partecipanti, questo è il riferimento. http://www.europaconcorsi.com/db/rec/concorso.php?id=13412&lingua=ita

    eUTROPIA invita Mara a pubblicare il suo progetto per poter dar vita ad dibattico critico e costruttivo.

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  5. Ho dato un'occhiata al sito di europaconcorsi. Ovviamente l'efficacia dei rendering è sempre subordinata alla bravura del renderista, e anche una buona presentazione formale riveste un ruolo importante, soprattutto nei concorsi (il secondo non ha pubblicato niente mi pare, il terzo classificato obiettivamente non ha una buona resa).
    Ma indipendentemente da questo e dal confronto con gli altri (un solo 'altro' poi è un po' poco come termine di paragone!), il vostro progetto mi sembra ben inserito e appropriato alla preesistenza. La scelta di non interferire staticamente con la vecchia struttura certo non è coraggiosa, tuttavia proprio per questo evita soluzioni invasive e arroganti. Forse io avrei osato di più nelle scelte cromatiche (è tutto molto chiaro... il legno, la luce diffusa... però i vostri rendering sono sempre abbastanza 'soft' devo dire), senza cadere però in una certa 'naiveté' che mi pare caratterizzi il terzo progetto... ma queste sono questioni di gusto sulle quali un giudizio è pericoloso, oltre che inutile.
    Non farò alcun riferimento al commento di Mara Dolce: non sono "persona informata sui fatti", dunque sospendo il giudizio.
    Da architetto, e non da critica dell'architettura, posso solo dirvi che il vostro mi pare un progetto ragionato che si inserisce nel vecchio mercato 'in punta di piedi'. Sobrio e privo di arroganza: per me, insomma, un buon progetto.

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  6. Ciao Eugenia
    Grazie per la critica.
    Purtroppo ti risponderò solo venerdì quando avrò nuovamente un computere sotto le mie mani.

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  7. Grazie Eugenia.
    Questo progetto di eUTROPIA nasce con l’intento di vincere ( e qui sevo su un piatto d’argento la battuta a Mara), quindi necessariamente si colloca nei confronti del bando in punta di piedi.
    Raramente eUTROPIA ha nei confronti delle preesistenze un eroismo scarpiano, più semplicemente si discosta da queste o sovrapponendosi o arretrando creando, quando possibile delle cavità ove sia possibile percepire la dicotomia materia tra il vecchio e il nuovo edificio.
    In questo progetto il nuovo si configura come un gigantesco mobile, un arredo in legno, che dribbla senza mai toccare le superfici cementizie del mercato.
    Una precisazione sulla funzione, che gratifica il cuore da marchettari degli eUTROPI.
    Il bando prevedeva anche la scelta della funzione ed eUTROPIA, gruppo storicamente di sinistra, ha deciso di inserire degli incubatori di impresa, favorendo così lo sviluppo di piccole attività artigianali e per giovani professionisti.
    Questa scelta, che sembra aver colpito la giuria, è ulteriore motivo d’orgoglio del gruppo, che ovviamente sogna una struttura analoga anche nella città di Firenze.

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  8. ho visto i due progetti pubblicati su europaconcorsi,
    il progetto vincitore mi sembra un buon allestimento d'arredo, che avverte quasi con fastidio il luogo in cui si colloca,e che con questo non instaura alcun dialogo.ho come l'impressione (senza scomodare l'inavvicinabile carlo scarpa) che non ci sia alla base un'idea forte di architettira. belli i rendering, anche se sarebbe opportuno regolamentarne l'utilizzo.
    il terzo classificato, non mi convince affatto, la piazza-ponte alla calatrava,
    anche se non si capisce a che altezza si colloca, mi sembra vada a rovinare l'unità spaziale che forse è l'elemento caratterizzante di quel luogo.
    spero che venga inserito anche il progetto vincitore del 2° premio.

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