mercoledì 9 aprile 2008

La ricerca

Stamani ti sei alzata a fatica, mestierante. Hai guardato il soffitto per mezzora. Una pesantezza infinita. Sei rotolata giù dal letto e sei andata in bagno, allo specchio con gli occhi un po’ pesti di sonno ti sei chiesta più volte se hai fatto un errore.
No. No, non l’hai fatto. Ti sei truccata con cura e lentezza. Ti sei vestita di nero e ti sei messa i tacchi. Non dici una parola? Che ti passa per la testa.
In bicicletta, l’aria della città è frizzante a quest’ora di mattina. E’ una mattina come le altre ed è tutto diverso. In biblioteca, una gazzarra di uccellini distoglie la tua attenzione dal libro che stai sfogliando, svogliata. Guardi fuori e li vedi che bisticciano; dietro di loro, San Miniato è una presenza solida e calma, e pensi che vorresti essere come lei.
Che è successo, mestierante, che ti sei tolta gli occhiali spessi, hai abbandonato gli aeroplanini e ti mostri così, anima nuda? Hai gettato la maschera?
I tuoi lettori (due, in effetti, ma affezionatissimi) ti reclamano, avidi di conoscere i golosi pasticci che ti capitano negli uffici comunali. Ma il personaggio ti è stretto in questi giorni. Non menzionerai nemmeno lontanamente l’architettura, neanche per sfotterla. Sei entrata nella cabina del telefono, ti sei cambiata e ne sei uscita così. Con questi maledetti tacchi che ti fanno ondeggiare un po’ e una matita a fermare i capelli.
Corri a cercare Autodafé, coraggio. Non te la far raccontare più. I tuoi lettori, se vorranno, sapranno aspettare.

2 commenti:

  1. Cristo Redentore. Ringrazio la Natura che mi ha dato la sensibilità per cogliere queste tue parole. Barthes lo chiama "Il piacere del testo". Sarà sano che goda così tanto per dei grafemi?Pure virtuali tra l'altro...

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  2. Che fretta c'era maledetta primavera...

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